L’anello di fidanzamento è un simbolo d’amore che attraversa le mode e le epoche senza perdere di intensità e significato.
La leggenda vuole che l’anello di fidanzamento trovi origine nella storia degli antichi Egizi, quando iniziò a essere donato come promessa di matrimonio. Successivamente in epoca romana, le future spose ricevevano due anelli, uno di ferro e uno d’oro, da indossare rispettivamente a casa e in pubblico. Romanticissimo il motivo per il quale si indossa all’anulare sinistro: si credeva che attraverso questo dito scorresse la cosiddetta vena amoris, una piccola arteria direttamente collegata al cuore.
Secondo gli storici, la tradizione dell’utilizzo del diamante come simbolo di fidanzamento nasce in occasione di un matrimonio regale più di cinque secoli fa: nel 1477, il futuro imperatore del Sacro romano impero l’Arciduca Massimiliano d’Asburgo donò come promessa di matrimonio a Maria di Borgogna un anello d’oro con diamanti.
In età rinascimentale l’anello di fidanzamento diverrà sempre più simbolo di amore invincibile, emblema di quell' unione eterna. La scelta cadde probabilmente su questa pietra perché il diamante è la più dura e resistente delle pietre naturali, nonché incolore, e per questo simbolo assoluto di eternità, solidità e purezza.
Molti secoli più tardi, nel 1947 fu la copywriter Frances Gerety a coniare per De Beers il celebre slogan “A diamond is forever” (“Un diamante è per sempre”), che consolidò questo romantico rito tutt'oggi diffuso per il mondo. Il diamante infatti continua a essere la pietra regina del fidanzamento.
Il modello più diffuso ai giorni nostri resta il solitario, anello in oro con un solo diamante centrale, seguito dall’anello a riviera di brillanti, e dal modello trilogy, composto da 3 pietre a simboleggiare “ieri, oggi e domani insieme”. Si può a volte trattare di un anello di famiglia tramandato di generazione in generazione. In tutti i casi è sorprendente pensare a quanta storia, sentimento e poesia possano essere racchiusi in un unico oggetto.
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